Ceramica e cera d’api: Arianna Carossa a Faenza in residenza al Mcz
Lavorare all’interno dei laboratori di uno dei più grandi artisti del Novecento e creare opere che uniscano la ceramica di Zauli con la cera prodotta dalle api dell’azienda agricola Rondinini: sono questi gli ingredienti creativi che ispireranno nei prossimi giorni Arianna Carossa, artista nata a Genova che vive e lavora a New York. Da lunedì scorso si trova a Faenza per produrre una nuova serie di opere in ceramica lavorando, all’interno del Museo Carlo Zauli, proprio con la terra nera conservata nei depositi dal periodo in cui il maestro la utilizzava per le sue steli monumentali. Al tempo contaminerà questo materiale con la cera d’api, creando così un dialogo originale tra vita e materia, arte e natura. Una prima anticipazione del progetto che unisce il mondo della ceramica e quello delle api sarà presentata al pubblico al Mcz la sera di martedì 30 luglio, alle 21: la residenza al Museo Zauli entra infatti in modalità “open studio” con Luca Bochicchio, critico d’arte e direttore di Casa Museo Jorn e del Museo Diffuso di Albisola, in conversazione con l’artista e con Matteo Zauli. Poi il lavoro proseguirà nei successivi mesi: le opere subiranno un’ulteriore lavorazione di cottura e verranno esposte ufficialmente nella mostra di chiusura residenze di ottobre 2019 insieme ai lavori di Chiara Camoni, Massimo Bartolini e Giulia Bonora.
La ricerca di Arianna Carossa: “Amo accostare elementi distanti”
Cultura e natura: Carossa lavorerà a un progetto che integra questi due aspetti, come sempre accade nella sua poetica. La sua sfida attuale è individuare legami tra sostanze, concetti e materiali molto distanti tra loro. Anche a Faenza quindi unirà resti organici di animali, come favi, corna, conchiglie a materiali della tradizione scultorea, in questo caso la ceramica, per integrare cultura e natura, mondi spesso tenuti distinti e separati, ma dal cui contatto nascono forti emozioni. «Il punto focale della mia ricerca artistica è la relazione – spiega Carossa – che spesso avviene tra elementi e persone molto distanti tra loro, e che rende questo accostamento intrigante. È un’operazione che mi stimola e diverte moltissimo, creando nuovi scenari».
Le opere saranno presentate a ottobre, il 30 luglio un primo confronto pubblico con l’artista
Tutti i favi utilizzati per la realizzazione del lavoro saranno forniti da Tiziano Rondinini, partner del progetto, coinvolto nell’ottica di rete da sempre portata avanti dal museo sul territorio, insieme a Comune di Faenza e Associazione Italiana Città della Ceramica. Ed è proprio in questa ottica di rete e coinvolgimento della città che il museo organizza per ogni residenza momenti di incontro con gli artisti. «Questo progetto è nato da un’intuizione del vice sindaco Massimo Isola – commenta Matteo Zauli – che ha fatto sì che Arianna e Tiziano si incontrassero, e noi siamo stati ben felici di mettere a disposizione i nostri spazi. Per noi le residenze d’artista sono soprattutto occasioni di incontro e relazione, al di là delle opere che rimarranno nel tempo».
Massimo Isola: “Vogliamo che le residenze lascino segni nel tempo a Faenza”
«La cera prodotta dalle api ha un valore quasi miracoloso – aggiunge Rondinini, titolare dell’azienda agricola da oltre 80 anni attiva sul territorio – e viene utilizzata dalle api stesse per le loro precise costruzioni: si tratta di un elemento davvero affasciante e anche per questo abbiamo spostato ben volentieri il progetto». «Cerchiamo di sostenere residenze d’artista che non siano transiti ma che lascino solchi importanti sul nostro territorio – conclude il vice sindaco Massimo Isola – valorizzando progetti particolari e con una propria storia originale, che contengono un unicum spirituale. Tengo molto a questa residenza perché fa dialogare tante eccellenze nei rispettivi campi».
Nella foto di copertina, da sinistra: Tiziano Rondinini, Massimo Isola, Arianna Carossa e Matteo Zauli