Argillà Russia: con la ceramica essere più forti della disabilità
Perdere la moglie, il lavoro, la famiglia e trovare a cinquant’anni, grazie alla ceramica, la forza di rialzarsi. È questa la storia di Alex – nome di fantasia – che trascorreva le proprie giornate ad ubriacarsi nei bar di Mosca. Oltre all’alcolismo, Alex doveva affrontare ogni giorno anche la propria disabilità – è infatti sordomuto – condizione che gli precludeva molte possibilità di lavoro. Grazie alla fondazione Tok (nota in Europa come Associazione creativa “Cerchio”), realtà nata in Russia nel 2014, Alex ha però scoperto una nuova passione: la ceramica, e – come fa con i propri vasi – ha trovato un modo per plasmare la propria vita dandole una forma nuova.
L’associazione Cerchio: da Mosca ad Argillà
Tra le tante ceramiche esposte ad Argillà 2016, la mostra internazionale della ceramica che si è tenuta a Faenza dal 2 al 4 settembre, in tante spiccano – oltre che per la bellezza – per la storia che raccontano le mani che le hanno create. Uno degli stand della manifestazione è infatti gestito dalla fondazione Tok, un laboratorio di ceramica che dà opportunità alle persone con gravi disabilità, come ciechi e sordomuti, di avere un’occupazione stabile, gratificante e che soprattutto riempie di senso la loro vita. “Noi siamo orgogliosi del lavoro che fanno – racconta la presidente dell’associazione Marina Men – perché le opere in ceramica che producono piacciono molto alle persone. Bisogna precisare che per loro non si tratta di volontariato ma di un vero e proprio lavoro”.
“Un vero e proprio miracolo”
All’interno della fondazione Tok, oltre ad Alex – divenuto nel frattempo “il miglior artigiano del laboratorio”, sostiene Marina – ci sono persone dai trenta ai cinquant’anni. “Il nostro gruppo – racconta la presidente – è attualmente composto da una quindicina di persone alle quali si aggiungono cinque assistenti”. Quindici persone che, grazie all’arte ceramica, hanno avuto modo di socializzare tra loro formando un gruppo unito e compatto superando i propri limiti e raggiungendo quello che Marina definisce un “vero e proprio miracolo”, confermato dalla bellezza delle ceramiche esposte.
Un obiettivo: fare le cose belle
In Russia, specie dopo la caduta dell’Urss, realtà di questo tipo sono rare, e le poche che ci sono hanno difficoltà a sopravvive per via dei pochi finanziamenti statali. “La situazione non è facile – racconta la presidente – ma noi non ci perdiamo d’animo e ci stiamo attivando soprattutto nel campo del crowdfunding. La nostra fondazione vuole essere d’ispirazione per tutte le persone con disabilità: attraverso realtà di questo tipo cresce il senso della propria vita e si lavora per un obiettivo importante, fare cose belle”.