Lo studio faentino ‘Angeli e Brucoli’ riceve premio nazionale per il recupero del ‘Podere del Tiglio’ a Palazzuolo
Assegnato allo studio faentino ‘Angeli e Brucoli Architetti’ il primo premio speciale ‘Vimar In/Architettura 2020’. Il riconoscimento, che si colloca nella lunga e prestigiosa tradizione dei premi In/Arch, dal 1962 unici in Italia a dare risalto all’opera di architettura quale esito di un processo complesso che coinvolge tutti i passaggi della filiera produttiva istituendo una relazione tra progetto e ambiente, ma anche tra committente, progettista e costruttore, è stato attribuito allo studio di architettura manfredo per l’intervento di riqualificazione edilizia ‘Podere del Tiglio’ realizzato a Palazzuolo sul Senio in collaborazione con Studio DeS.
A ritirare il premio, nell’ambito della cerimonia svoltasi a Palazzo Ducale di Urbino, l’architetto Nadia Angeli: «Con questo progetto – spiega – siamo intervenuti recuperando ‘Podere del Tiglio’, fabbricato inserito all’interno di un contesto paesaggistico di grande valore, tipico edificio rurale un tempo funzionale ad attività di agricoltura montana e gestione del bosco che abbiamo oggi convertito, con grande attenzione alla sostenibilità e all’autosufficienza energetica, in casa di villeggiatura». Il progetto, insieme ad un piccolo portfolio dello Studio, è visibile sul profilo Instagram angeliebrucoliarchitetti I premi In/Architettura 2020 sono articolati in Premi Regionali e Premi Nazionali. Questo consente un ampio monitoraggio sulle architetture di qualità realizzate in tutto il territorio nazionale.Lo studio Angeli e Brucoli Architetti si occupa di progettazione architettonica e design, con un approccio sartoriale volto alla realizzazione di architetture solide, sensibili e sostenibili.
Il progetto ‘Podere del Tiglio’
L’appennino tosco-romagnolo conosce da molti anni un trend demografico negativo con il conseguente abbandono di molti fabbricati un tempo funzionali ad attività di agricoltura montana e gestione del bosco. Il Podere del Tiglio è uno di questi fabbricati, un tipico edificio rurale inserito all’interno di un contesto paesaggistico di grande valore ambientale, posizionato a mezzacosta su un crinale rivolto a sud e realizzato in muri portanti di sasso tipo pietra arenaria squadrata e solai in legno. Il rudere viene recuperato a uso casa di villeggiatura con un progetto fortemente orientato verso la sostenibilità e l’autosufficienza energetica; nel paramento in pietra del nuovo edificio vengono riutilizzati le pietre del vecchio Podere del Tiglio, le travi dei solai in legno di castagno provengono da segherie della zona, l’edificio produce l’energia che consuma tramite un piccolo campo fotovoltaico posto sulla falda sud del tetto e l’acqua piovana viene recuperata a uso irrigazione.