Andrea Liverani (Lega): il punto su Regionali e Faenza 2020
In vista delle Regionali del 26 gennaio, il consigliere regionale della Lega Andrea Liverani traccia un bilancio di cinque anni di mandato, analizzando anche la situazione faentina in vista delle comunali di maggio 2020.
Intervista al consigliere regionale Andrea Liverani
Un bilancio di questi cinque anni in Regione?
In questi cinque anni ho portato avanti diverse lotte a favore dei cittadini. Citandone alcune, l’aspetto più preoccupante, e che ho cercato di contrastare, è stato lo svuotamento dei servizi negli ospedali di Faenza e Lugo, che porta tanti genitori a preferire altri ospedali per diverse necessità. Stiamo parlando di ospedali che, tra l’altro, hanno un vastissimo bacino di utenza, e che dobbiamo tutelare nonostante il forte calo delle nascite. Sono stato inoltre relatore sulla legge regionale dello Sport, che presenta aspetti positivi ma che poteva inserire maggiori incentivi al suo interno, come ho sostenuto in varie sedi. Tante palestre nel nostro territorio necessitano di interventi, e mi sarebbe piaciuto destinare, tramite la nuova legge, più risorse ai settori giovanili delle associazioni. Ho avuto parte attiva anche sulla legge inerente la promozione della ciclabilità; dispiace però che a volte le risorse che mette a disposizione questa legge non vengano utilizzate nel modo migliore: a Faenza ci sono tanti esempi dove, nel realizzare una pista ciclabile, si pensa più all’estetica che non alla funzionalità effettiva. Infine, ho cercato di fare del mio meglio per aiutare gli agricoltori e per tutto il settore agroalimentare, che rappresentano una categoria importante nel territorio, oggi minacciata da cambiamenti climatici e cimice asiatica.
“Lucia Borgonzoni è la candidata giusta per l’Emilia-Romagna”
L’Emilia-Romagna in questi ultimi anni è stata presentata, dal centrosinistra, come una delle ‘locomotive’ economiche del Paese. Cosa non la convince di questa narrazione?
Non nascondo il fatto che ci siano numeri positivi per l’Emilia-Romagna, ma sono innanzitutto frutto del buon lavoro delle persone che vivono in questo territorio. E soprattutto ci sono diversi nodi da sciogliere per riuscire a mantenere l’Emilia-Romagna all’avanguardia: il tema autonomia su tutti. Non condivido, per esempio, la scelta di Bonaccini che richiede l’autonomia solo per 15 competenze, la scelta vincente era quella proposta da Lombardia e Veneto, che l’hanno portata avanti anche tramite referendum. La sanità, come detto prima, ha diverse criticità, così come sulla sicurezza si deve fare di più. Sono convinto che, per dare il meglio, anche questa regione abbia bisogno di cambiare dopo 70 anni di governo dalla stessa parte politica.
Condivide la candidatura di Lucia Borgonzoni alla guida della Regione?
È sicuramente la candidata giusta, e condivido questa scelta; può fare benissimo nei prossimi cinque anni. È una persona carismatica, che si fa voler bene dalle persone, come testimoniato tutte le volte che l’ho invitata a Faenza. Sarebbe inoltre la prima donna governatrice della nostra Regione. Penso possa unire tutta la coalizione di centrodestra.
Andrea Liverani si ricandiderà alle regionali?
Sono già operativo in vista delle Regionali, sto organizzando incontri con le persone sul territorio e incontri più specialistici con associazioni, lavoratori, operatori turistici. Cercherò di raccontare chi sono e i miei obiettivi, partendo da quanto fatto nei precedenti cinque anni. Sarà una campagna elettorale intensa, perché a questo giro si può veramente cambiare.
“Per Faenza 2020 puntiamo a una grande coalizione”
Dalle Regionali alle comunali di maggio: come vi state muovendo in vista di Faenza 2020?
Stiamo lavorando per formare un grande gruppo, capace di portare all’interno più gente possibile. Rispetto al passato, bisogna allargare la coalizione a più liste civiche, oltre agli ‘alleati naturali’, con i quali a livello locale siamo in contatto, come Forza Italia e Fratelli d’Italia. Grazie a quanto fatto da Matteo Salvini, si è creato entusiasmo e una voglia di cambiamento enorme.
Anche da parte vostra chiusura verso i 5 Stelle, come risposto dal capogruppo Massimo Bosi in una recente intervista su Faenzanotizie?
Con i 5 Stelle non vedo alcun tipo di possibilità, la cosa è reciproca. Leggendo quell’intervista, a mio parere, stanno cadendo nella trappola che tende loro il Pd.
Quali sono, ad oggi, alcuni gli aspetti fondamentali del programma? Pur in forma preliminare, qual è la strategia verso cui volete portare Faenza?
I punti fondamentali su cui puntare sono il centro storico, negli ultimi anni molto penalizzato, e la sicurezza. Per parlare di un tema specifico, l’ampliamento della Ztl a Faenza mi sembra una misura esagerata, come manifestato da diversi commercianti. Bisogna fare proposte su misura della città, o quantomeno, ragionare in maniera più programmatica rispetto quanto fatto in questi anni. Il centro storico di Faenza è straordinario e pieno di potenzialità, ma non ha molto senso fare misure pro centro storico, se poi si incentiva l’apertura di numerosi supermercati come fatto negli ultimi anni: in questo senso bisogna ragionare bene su cosa fare, senza interventi a spot. Se si vuole poi promuovere la città a livello turistico, cosa secondo me importante, si deve partire anche da alcune basi come la cura delle strade e del verde, che lascia molto a desiderare. Anche il Palio del Niballo ha grandi potenzialità, già in passato abbiamo proposto di dedicare lo stadio Bruno Neri principalmente al Palio, con l’eventuale promozione di diversi eventi capaci di richiamare anche gente da fuori. C’è stato poi molto spreco di denaro pubblico: cito per esempio il bando regionale per l’insediamento dei Rom, che non ha portato risultati concreti a fronte di 13mila euro di spese comunali. Sulla sicurezza, credo che si debba partire riconoscendo innanzitutto agli italiani che ne hanno bisogno una casa popolare, e prendo spunto qui da quanto sta facendo Ferrara che chiede agli extracomunitari anche la certificazione autenticata del Paese d’origine per la definizione effettiva dell’Isee.
A livello imprenditoriale invece, cosa potete proporre per la città?
La città può attrarre anche nuove imprese, ma bisogna aiutare gli imprenditori diminuendo le tasse. Scontare l’Ica o la tassa di occupazione sul suolo pubblico sono misure che si possono proporre, per dirne due. Come detto prima, bisogna poi sostenere in maniera chiara l’agricoltura, un settore strategico nel faentino, ragionando in sinergia con Regione e Governo. Sul caso della cimice asiatica, per esempio, la Regione può fare molto: non basterà la vespa samurai, ci vogliono anche deroghe sull’uso di agrofarmaci per contrastarla.
“Il nome per Faenza 2020 uscirà dopo le Regionali”
Alla luce di quanto detto, vi state già orientando sulla scelta del nome che proporrete per Faenza 2020?
Parlo a livello personale: vedendo anche come si sta muovendo il centrosinistra sui nomi delle proprie candidature, sono sempre più convinto che a Faenza si debba proporre una personalità leghista. Chiaramente, in questi mesi valuteremo e ci confronteremo, ma credo che difficilmente un nome possa uscire prima delle Regionali del 26 gennaio: l’obiettivo oggi è quello.
Com’è nato l’interesse per la politica? Quali sono le soddisfazioni più grandi e il rammarico maggiore vissuti finora?
Fino a 25 anni mi sono dedicato principalmente allo sport, vincendo diversi titoli italiani giovanili nel ciclismo. Poi ho lavorato per nove anni una società del ramo edilizio come commerciale. Ho sempre avuto un pensiero vicino alla Lega, ma la passione per la politica è nata dopo alcuni incontri, nei banchetti in piazza, con l’ex leghista Mauro Monti. Sono entrato nel partito grazie a lui e mi ha insegnato tanto. Poi le nostre strade si sono divise, ma lo ringrazierò sempre di questo. Ho sempre pensato poi che non fosse giusto che a governare un territorio fosse, in maniera così continuativa, sempre la stessa fazione politica.