“A scuola di Lis”: il progetto inclusivo della scuola Martiri di Cefalonia di Faenza
Imparare a comunicare con l’altro e a capirlo anche senza parole è una sfida possibile. Lo insegnano insegnanti e bambini della scuola primaria Martiri di Cefalonia di Faenza. Lo scorso giovedì 14 ottobre infatti è stato dato il via al progetto “A scuola di Lis” rivolto ad alunni e docenti, alla presenza della Dirigente scolastica Marisa Tronconi, della presidentessa dell’Ens Loretta Ciotti, di una delle insegnanti madrelingua lis, dell’interprete, e della docente referente del progetto Melissa Zaccaria. Presenti anche il presidente del Rotary Andrea Rava, la consigliera provinciale Maria Luisa Martinez.
“A scuola di Lis”: imparare a comunicare anche senza parole
Sedici classi, 365 alunni e alunne, parteciperanno quest’anno al progetto “A scuola di Lis” . Tre insegnanti madrelingua si alterneranno nelle lezioni pratiche e teoriche che dal 14 dicembre coinvolgeranno i docenti e dal 20 dicembre i bambini. Il progetto nasce all’interno del “II Memorial Denise Zannoni” con l’obiettivo di insegnare ai bambini che “dobbiamo imparare a comunicare con l’altro e a capirlo armandoci di tutti gli strumenti necessari, anche non verbali”, ci spiega l’insegnante referente del progetto Melissa Zaccaria, “Dobbiamo imparare a trovare la giusta direzione dell’incontro con l’altro”. Questo l’obiettivo del Memorial che la scuola porta avanti dallo scorso anno. A Denise Zannoni è stata dedicata anche la sala lettura della biblioteca e la Bcc ha donato alla scuola un fondo di 1000 euro con cui sono stati acquistati libri con un timbro distintivo realizzato dall’artista faentina Raffaella Di Vaio e un fondo di 500 euro per l’acquisto di altri libri in occasione della premiazione del concorso di scrittura aumentativa realizzato l’anno scorso.
Inclusione e comunicazione: corso di scrittura aumentativa
“A scuola di Lis” segue infatti il progetto dello scorso anno scolastico, a cui hanno partecipato quattro classi della scuola, dedicato alla C.A.A., comunicazione alternativa aumentativa con l’obiettivo di offrire alle persone con bisogni comunicativi complessi la possibilità di comunicare con canali alternativi a quello orale. I bambini hanno imparato a usare un software apposito, il Simcaa, (Scrittura Inclusiva Multimodale Comunicazione Aumentativa Aperta) dal professore a contratto dell’Università di Bologna Francesco Ganzaroli, studioso del linguaggio Bliss o iconico.
Dalla scuola una lezione di civiltà
Una sfida che prosegue quindi, quella di imparare a comunicare anche nelle situazioni più complesse nelle quali la comunicazione sembra compromessa, favorita anche dal riconoscimento della lingua dei segni a seguito dell’approvazione del Decreto sostegni e in particolare dell’articolo 34-ter con il quale «la Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italiana (Lis) e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (List)». Una sfida che ricorda anche come dalla scuola arrivino grandi lezioni di civiltà e come proprio dai banchi dei più piccoli possano iniziare i più grandi passi verso la costruzione di una società più inclusiva.