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Postrivoro, la food experience che si nutre di storie

La ricetta utilizza gli ingredienti più disparati: uno spazio allestito da artisti e designer, alcuni dei più importanti giovani chef del circuito internazionale, eccellenze territoriali, una tavolata per 22 persone provenienti da ogni parte del mondo. Date loro libertà di creare senza alcun tipo di vincolo e otterrete Postrivoro: un’experience unica realizzata a Faenza dall’associazione Raw Magna a partire dal 2012. Nel corso dei primi quattro anni di vita il progetto ha realizzato ventotto eventi e coinvolto una trentina di chef internazionali rappresentanti di undici Paesi diversi. In tutto sono stati serviti 250 piatti unici e originali e si è venuto a creare un vero e proprio network che nella città romagnola lega assieme – tramite il food – personalità da tutta Europa fino al Messico e agli Stati Uniti. Numeri che hanno attirato l’attenzione di un colosso della sharing economy, Airbnb, interessato ad ampliare la propria proposta di hospitality con l’aspetto esperienziale all’interno della nuova piattaforma Airbnb Trips. Lo scorso novembre infatti è stato organizzata una edizione speciale Postrivoro nella sede americana di Airbnb e, nel corso della settimana dal 14 al 18 dicembre il progetto ricambierà il piacere ospitando due rappresentanti di Airbnb a Faenza: un’occasione per riflettere di food, travel experience e potenzialità del turismo sul territorio romagnolo.

Il network di Postrivoro: dal 2012 coinvolti 30 chef internazionali

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Simone Ravaioli, co-founder di Postrivoro.

A raccontare come si è sviluppato questo progetto, che attualmente ha sede al Contamination Lab di Faenza, è Simone Ravaioli, 40 anni, co-founder di Postrivoro. Nato e cresciuto a Faenza, le sue passioni lo hanno spinto in giro per il mondo: dopo aver vissuto sette anni negli Stati Uniti ha fatto poi tappa a Istanbul prima di rientrare a Faenza lo scorso luglio. “Food, education e tech”: questo il suo trittico di competenze. «La passione per il food è nata tanti anni fa quando da ragazzino ho iniziato a cucinare ai campi scout – racconta Simone Ravaioli – poi ho portato avanti questo interesse con Slow Food, dove sono stato fiduciario della condotta Faenza-Brisighella. È tramite Slow Food che ho conosciuto Enrico Vignoli: il nostro incontro nel 2012 è stato una sorta di “Big bang” da cui poi è scaturito Postrivoro. Parlando con lui è subito stato chiaro che ci fosse la possibilità di creare qualcosa di nuovo unendo le nostre competenze e i nostri network».

Il progetto si è sviluppato a Faenza sulla base di format internazionali

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Il progetto Postrivoro ha coinvolto finora 30 giovani talenti della cucina internazionale

Londra, Parigi e… Faenza. Questo il sogno originale di Enrico: sulla base di format simili già in atto nelle grandi capitali europee l’obiettivo è realizzare nella città romagnola un evento in cui il food fosse la base per creare experience uniche e irripetibili. A Londra, per esempio, il modello è “The Loft Project”, una sorta di happening in cui lo chef Nuno Mendez decide di aprire il suo loft ad altri chef con cui organizza serate particolari. «Enrico aveva già partecipato a The Loft assieme a Yoji Tokuyoshi (anche lui co-founder di Postrivoro e allora sous-chef di Massimo Bottura all’Osteria Francescana, ndr) – spiega Simone. I contatti ci sono, le idee anche: in poco tempo quella che era solo un sogno diviene realtà e Faenza diviene a pieno titolo una meta privilegiata tra le food experiences internazionali prendendo la forma di un animale antropofago chiamato “Postrivoro”.

Postrivoro: lo chef come artista

Il logo di Postrivoro, un animale immaginario che si nutre di storie di esseri umani

«Un animale immaginario che si nutre di esseri umani, in questo caso delle storie di amici che noi invitiamo durante questi eventi a raccontarsi»: queste le parole con cui Simone descrive Postrivoro. Irriverente, creativo, luogo d’incontro: ecco alcuni degli aggettivi utili a capire questa experience. «L’idea è creare uno spazio in cui questi giovani chef , sommelier e designer si possano esprimere facendo sostanzialmente quello che gli pare, senza vincoli – spiega uno dei fondatori del progetto – Da quattro anni portiamo la gastronomia internazionale a Faenza e molti chef vengono e fanno, per esempio, i classici piatti della nonna. Altri invece provano dei piatti nuovi che vorrebbero inserire nel menu del loro ristorante: noi non mettiamo alcun filtro». Fornire uno spazio dove si possa liberare la creatività è un concetto che si rifà a quello della residenza d’artista: a Faenza questa pratica trova terreno fertile nella ceramica, ma nel mondo ci sono altri modelli come il “dj resident”. «Lo chef è considerato come un artista – racconta il co-founder di Postrivoro – e creiamo uno spazio-laboratorio in cui lui lavora per un week end e lo facciamo dormire anche in Museo, in particolare a Faenza nel Museo Carlo Zauli, un luogo speciale con cui abbiamo una partnership».

Una experience che si nutre di relazioni

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Al progetto Postrivoro, nato nel 2012, lavora attualmente un team di 9 persone

Coinvolgimento di artisti locali, clima informale, multiculturalità. Postrivoro non è solo il momento della cena, ma anzi, è soprattutto quello che vi succede attorno e le relazioni che è capace di creare. «Questa è una delle caratteristiche distintive del progetto – spiega Simone – che ci differenzia rispetto per esempio un “pop-up restaurant” occasionale. Lo chef è nostro ospite per diversi giorni duranti i quali si creano relazioni forti col territorio, favorite anche dal coinvolgimento di artisti e appassionati. Si creano in maniera naturale momenti di networking attorno alla cucina, dove succedono cose che, in ambienti più “protetti”, non potrebbero succedere». Oltre al food, particolare cura ha l’allestimento della location, la scelta del bere affidata – come per gli chef – a invitati speciali dell’evento, non necessariamente sommelier.

“Una buona experience è quella che ti cambia”

La cena di Postrivoro alla sede di Airbnb a San Francisco
La cena di Postrivoro alla sede di Airbnb a San Francisco

Attualmente Postrivoro è gestito da nove persone e conta una fitta rete di contatti in costante crescita e alla ricerca di nuove opportunità. Cosa deve avere un’experience per essere veramente interessante? «Per me una buona experience deve essere eterogenea – risponde il co-founder di Postrivoro – con elementi presi da contesti apparentemente scollegati ma che trovano una sintesi in un momento. Una buona experience è quella che ti cambia o ti fa accedere a un livello di consapevolezza maggiore. È come quando fissi una luce per tanto tempo e, una volta distolto lo sguardo, la persistenza di quella luce diventa lente attraverso la quale si modifica la tua realtà». Nella fattispecie: cosa rende unico il Postrivoro? «Nel nostro caso – dichiara Simone – sono molto importanti gli elementi che ruotano attorno al food. Quindi non i piatti nello specifico, ma delle storie e delle relazioni che li condiscono. Quello che si mangia è veicolo per altro. Food è convivialità, una tavola unica, è casa nostra, il limite di posti disponibile a 20 permette di favorire questa interazione tra i partecipanti».

Da Faenza a San Francisco: l’evento per Airbnb

Lo chef turco Semi Hakim
Lo chef turco Semi Hakim (al centro): è stato lui il cuoco ospite alla cena di Postrivoro nella sede di Airbnb.

Airbnb e Postrivoro: un incontro avvenuto grazie alla mediazione di Sara Roversi e di Future Food Ecosystem, una straordinaria community sulla food innovation con base a Bologna di cui Simone Ravaioli fa parte. «È una realtà molto radicata sul territorio – commenta il co-founder – e che ha una rete di relazioni internazionali incredibile per quanto riguarda le startup del settore food e tech». L’occasione è fornita da un meeting avvenuto a maggio di quest’anno a cui ha partecipato anche David McIntyre, Global Head of Food di Airbnb. «L’aggancio è stato abbastanza curioso – racconta Simone – su LinkedIn mi è apparsa la segnalazione che Airbnb cercava non i soliti ingegneri informatici ma un sous-chef: una cosa abbastanza insolita. Da una battuta con David è partito tutto. Lui era coinvolto nell’identificare le food experience in giro per il mondo. Airbnb sta attuando un riposizionamento epocale e lui cercava spunti interessanti. Ha cominciato a studiarci un po’. David ci ha dato molto fiducia ed era interessato atestare come Postrivoro potesse funzionare in un contesto diverso».

AirPostrivoro, il trailer

#Airpostrivoro – teaser trailer from Postrivoro on Vimeo.

“La tua patria è dove hai la pancia piena”

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Postrivoro unisce in un unico spazio chef, artisti, e culture diverse per lasciare libero spazio alla creatività.

La fiducia viene ripagata e nel giro di pochi mesi si parte: assieme al team di Cinefood che ha curato le riprese dell’evento, Postrivoro a novembre sbarca negli Stati Uniti. Il progetto di San Francisco – dove Airbnb ha la sua sede – è stata un’occasione per riflettere su uno dei principi fondamentali dell’azienda: “Belong anywhere”. «L’ho subito abbinata a una frase in turco che aveva letto anni prima a Istanbul: “La tua patria non è dove sei nato ma dove hai la pancia piena”. Questo incontro collegava i due concetti», spiega Simone, che è stato il project manager dell’evento. L’evento viene organizzato il 7 novembre 2016. La location è sicuramente speciale: si tratta infatti di un ufficio di 2mila persone progettato secondo il principio fondante dell’organizzazione: l’ospitalità. «Per noi è stata una sfida – commenta Simone – con l’aiuto dello studio Bartoletti Cicognani e Andrea Montesi abbiamo creato un angolo di Faenza nella sede di Airbnb: abbiamo voluto fortemente ci fosse una tavola unica, la pergola tipica della campagna italiana sullo sfondo del chiostro del Rione Bianco e i sottopiatti in ceramica di Krya». Un evento che ha visto la partnership con If-Imola Faenza Tourism Company, Campari America, I Custodi delle Vigne dell’Etna, Ente Ceramica di Faenza, Carpigiani Gelato University, Agricola Bonfanti.

Da San Francisco a Faenza: gli eventi dal 14 al 18 dicembre

Santiago Lastra Rodriguez
Santiago Lastra Rodriguez, chef ospite del Postrivoro in programma il 17 e 18 dicembre a Faenza.

Postrivoro funziona e subito nella conversazione con il Global Head of Food di Airbnb nasce l’idea di creare una fase due della collaborazione. «Io volevo portare negli Stati Uniti Postrivoro – dichiara Simone Ravaioli – e poi riportare Airbnb indietro a Faenza perché avesse una ricaduta positiva sul territorio: non tanto come risorse ma quanto a nuovi spunti e idee». Cinque giorni di incontri, workshop ed experience uniche e irripetibili per riflettere sulle potenzialità del turismo esperienziale facendo dialogare tra loro eccellenze internazionali e romagnole. In particolare mercoledì 14 dicembre alle 17 si terrà un incontro aperto al pubblico ospitato dalla Banca di Romagna a Faenza dal titolo “Airbnb Trips & AirPostrivoro” a cui prenderanno parte proprio David McIntyre, Global Head of Food di Airbnb, e McKenzie Phelan, Global Culinary Operation Coordinator. Infine il 17 e 18 novembre la visita non si poteva che concludere con un Postrivoro: chef ospite per l’occasione Santiago Lastra Rodriguez (Messico), abbinamenti vinosi di Joana Santiago (Portogallo) e per la prima volta una vera performance artistica di Enrico Versari in collaborazione con Innokentiy Fateev. Attualmente il progetto ha sede presso l’incubatore faentino Contamination Lab. «Le opportunità di sviluppo sono tante – conclude Simone Ravaioli – fin dal primo Postrivoro che abbiamo realizzato mi sono chiesto quale fosse lo step successivo, il progetto è in crescita e noi non ci precludiamo alcuna strada».

Foto realizzate da Cinefood

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