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POLPETTA#1 – FAENZANET CHIUDE LE MIMOSE PER LA CRISI. ANZI NO

POLPETTA#1 – FAENZANET CHIUDE LE MIMOSE PER LA CRISI. ANZI NO

 

In un primo articolo avevamo trattato di quanto fosse importante l’informazione nel veicolare un certo tipo di percezione della sicurezza all’interno di una città. Chi gestisce i canali di informazione deve essere consapevole del compito che ha e farlo responsabilmente. È attraverso le parole che sceglie, lo stile che utilizza nel redigere i suoi articoli che ad una comunità di persone viene consentito di crearsi una propria percezione del mondo.

Come primo episodio avevamo trattato la divulgazione a Milano di una falsa notizia di polpette avvelenate a Parco Sempione, con susseguente allarmismo da parte di tutta la cittadinanza, salvo poi scoprire che era tutta una bufala. Il problema è che queste false notizie, queste “polpette avvelenate”, non sono solo semplici errori di disinformazione, ma hanno l’effetto di cambiare veramente la nostra percezione di quello che ci succede intorno.

Oggi ci spostiamo finalmente alla cronaca locale, mettendo in luce alcuni meccanismi che, se non affrontati con coscienza critica, rischiano a lungo termine di fare disastri all’interno di una piccola comunità come Faenza.

Il 5 marzo un seguitissimo sito-web di informazione locale, tramite i social network, ha fatto girare una notizia dal seguente titolo: «LA CRISI FA ANCORA STRAGE D’IMPRESE: CHIUDE I BATTENTI IL CENTRO SPORTIVO “LE MIMOSE”». Nell’articolo si fa esplicitamente riferimento alla crisi economica che sta colpendo il territorio faentino facendo strage d’imprese, come il piccolo centro sportivo di Reda che tanti ragazzi della nostra città frequentavano da anni.

Colpo di scena però! Il gestore di quel centro sportivo commenta poco dopo la notizia affermando che “non è stata la crisi” e nemmeno la concorrenza di altri centri sportivi a portarlo a questa decisione, ma altre motivazioni.

 Ecco qua servita per i lettori una prima polpetta avvelenata, con contorno di “allarmismo”, “paura” e “sconforto”!

 Superficialità? Pressappochismo? Faziosità? Errore umano?

Al di là dei motivi che hanno spinto chi ha scritto l’articolo a scegliere proprio quel titolo e quel linguaggio, ci tornano di nuovo alla mente le parole di Pierfrancesco Favino al Ridotto e di Valerio Varesi al circolo Prometeo. Come redazione abbiamo fiducia che espressioni come “responsabilità”, “professionalità”, “fare il proprio dovere” non siano utilizzati solo come slogan in una campagna elettorale, ma messe in pratica ogni giorno, anche e soprattutto dagli organi di informazione, sia che lo facciano di mestiere e sia che lo facciano per passione.

 Noi faentini dobbiamo cominciare a pretendere legittimamente di avere una giusta informazione, facendolo gentilmente notare quando si verifica invece il contrario. Altrimenti a furia di polpette avvelenate ci verrà una vera e propria indigestione.

Samuele Marchi e Francesco Ghini

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