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Pierluigi Bersani a Faenza: Luca Ortolani spiega il perché

Faenza ospiterà un dialogo e confronto con il deputato Pierluigi Bersani. Il politico, ex segretario del Partito democratico dal 2009 al 2013, sarà ospite dell’associazione faentina Officina Democratica. L’incontro dal titolo “E noi? Dove ci porta il cuore” si terrà giovedì 20 ottobre alle ore 20:30 all’auditorium S.Umiltà (via Pascoli, 15) e sarà aperto a tutta la cittadinanza. Ne abbiamo parlato con il consigliere comunale Luca Ortolani, uno dei fondatori dell’associazione Officina Democratica.

L’incontro con Pierluigi Bersani rappresenta la prima iniziativa pubblica di Officina Democratica, perché avete scelto di invitare l’ex segretario del Pd e quale contributo chiederete al vostro ospite?

Ad essere precisi la “prima” di Officina Democratica doveva essere con Vasco Errani, al quale siamo arrivati all’interno di un percorso che ha visto riunirsi dei “pezzi” di centrosinistra progressista locale. Poi Vasco è stato nominato Commissario per la ricostruzione del centro Italia e ha preferito, giustamente, dedicare anima e cuore all’incarico conferitogli dal Governo Italiano. Pierluigi Bersani è uno di quei politici, che sono più di quelli che si potrebbe immaginare, che ti trasmettono con precisione il senso ultimo dell’impegno politico. In un momento storico come questo in cui prevale un senso generale di smarrimento, in special modo nel popolo di centrosinistra, intendiamo esplorare quell’insieme di componenti che spingono una persona a spendere la propria vita per il perseguimento di un ideale più alto, di una società più giusta e di un mondo migliore. Perché facciamo politica? A quali principi e a quali valori è necessario prestare fedeltà per essere un punto di riferimento per la comunità? Dal nostro ospite ci attendiamo questo: che ci illustri, dal suo punto di vista, dove ci dovrebbe portare il cuore (e l’impegno politico) nel tentativo di riprendere in mano, con saldezza, il timone del nostro paese.

Come si articolerà la serata e chi condurrà il dibattito?

Abbiamo pensato ad un’intervista pubblica, con il giornalista di origine faentina Andrea Carugati de La Repubblica a stimolare la riflessione di Bersani e di Officina Democratica su quella che dovrebbe essere la prospettiva di un moderno centrosinistra, democratico e progressista, per intercettare quelle esigenze di uguaglianza, equità e cambiamento che la crisi economica di questi anni ha lasciato, secondo noi, senza risposte soddisfacenti. Insieme a Pierluigi Bersani condividiamo infatti la preoccupazione per la situazione italiana ed europea, nella quale il pensiero di sinistra sembra ancora incapace di elaborare prospettive differenti rispetto alla chiusura e al ripiegamento. In questi anni stiamo subendo la crescita delle disuguaglianze, con sempre più persone che scivolano nelle “periferie” economiche e sociali, in assenza di prospettive di benessere e realizzazione, covano la rabbia, l’insoddisfazione e la paura, un humus fertilissimo per le destre populiste e anti-liberali. Sentiamo la necessità di ritrovare il senso e la direzione di una proposta di centrosinistra innovativa alle sfide di un mercato del lavoro globalizzato, delle grandi pressioni migratorie in varie parti del mondo e della sostenibilità di un sistema di welfare.

Bersani nelle ultime settimane è tornato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali per la sua presa di posizione contro l’Italicum, la legge elettorale con premio di maggioranza che presa insieme alla riforma costituzionale potrebbe portare, sostiene l’esponente dem, ad una “democrazia del capo”. Anche i membri di Officina Democratica condividono questo punto di vista?

Il messaggio di Bersani è stato chiaro: davanti alle tensioni economiche e sociali che dicevamo prima, senza uno sfogo democratico, progressista e liberale, rischiamo di comprimere ancora di più un disagio ed un malessere, che troveranno naturalmente sfogo nella rabbia e nella chiusura dei populismi che crescono ogni giorno in tutta Europa. Questa condizione oggettiva, che prescinde dalle specifiche situazioni dei singoli paesi e accomuna entrambe le sponde dell’Atlantico, per dire, necessita di una risposta che porti più democrazia e più rappresentanza. Non vedere le connessioni tra le regole di rappresentanza della legge elettorale e le riforme delle articolazioni politiche dello Stato e degli Enti Locali, significa chiudere gli occhi davanti al disagio che tanti cittadini manifestano quando si accorgono di non poter più sottoporre al giudizio del voto la classe dirigente che li governa. Quando ne parlammo qui a Buonsenso qualche mese fa, in occasione della nascita di Officina Democratica, individuammo insieme ai nostri iscritti la necessità di approfondire il tema della governance negli enti locali, consapevoli della preoccupazione diffusa per una architettura istituzionale che sembra allontanarsi dal controllo e dalla partecipazione dei cittadini. Siamo sicuri che, in questo senso, la chiacchierata con Bersani di giovedì sera saprà fornire spunti di riflessione interessanti.

Fra le missioni di Officina Democratica c’è quella di animare uno spazio di dialogo per la sinistra faentina, avete in mente altre iniziative nei prossimi mesi?

Lavoro, innovazione e accoglienza. Sono questi i tre grandi temi che vorremmo approfondire nei prossimi mesi, prima dell’inizio dell’anno nuovo. Dopo questa iniziativa con Bersani saremo al lavoro per metà novembre con un’iniziativa con Pietro De Carli e il giornalista del Corriere della Sera Andrea Nicastro. Sarà l’occasione per approfondire il tema delle migrazioni che interessano l’occidente, stimolati dalla lettura del libro di De Carli dal titolo “Fuga a Occidente. Migrazioni nella globalizzazione, esplosione demografica e guerre di religione”, e dall’esperienza di Andrea Nicastro già corrispondente estero da diversi paesi teatro di conflitti e tensioni economiche e sociali. A dicembre invece abbiamo in programma un approfondimento sui temi del lavoro e dell’innovazione, tecnologica e culturale, per stimolare il dibattito sulla competitività del nostro tessuto industriale e produttivo. Nella società della conoscenza cerchiamo l’antidoto alla guerra di svalutazione che il mercato del lavoro in Italia e in Europa rischia di dover combattere contro altri paesi e regioni del mondo dove ricerca e innovazione stanno garantendo reddito e produttività.

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