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INTERVISTA AD ALESSIO GRILLINI – Candidato sindaco lista “Io Faentino”

INTERVISTA AD ALESSIO GRILLINI

Candidato sindaco lista “Io Faentino”

Nome: Alessio

Cognome: Grillini

Data di nascita: 20-07-78

Professione: impiegato

Stato civile: celibe

Liste di riferimento: Io Faentino

Perché mi candido: perché credo nelle idee e in un possibile cambiamento

Canzone preferita: Bob Sinclar

Ultimo libro letto: P. Angela – A cosa serve la politica?

Da piccolo volevo fare il: membro delle Forze dell’ordine

Il posto più bello che ho visto: Maldive

Il posto che vorrei visitare: New York

Una persona che ammiri: Flavio Tosi

 

Se penso a Faenza mi viene in mente: Piazza, MIC, Fontana, Sicurezza, 100Km, Lavoro, Parco Bucci, Palio, Sport, Rom

 

1 DEMOCRAZIA

La prima parola che vorremmo trattare con lei è quella di “Democrazia”. Faenza presenta ben 9 candidati sindaco. Un’enormità. In un’intervista su Di Tv il dott. Cericola ha sottolineato più i lati positivi di questo scenario dove, cito, “si offre possibilità a vari cittadini di intervenire nella gestione della cosa pubblica”. Non crede che questo sia invece sinonimo di scarsa progettualità e mancanza di coesione da parte delle rappresentanze politiche della nostra città? E non crede che questo non faccia altro che riflettere, più che aperture democratiche, un atteggiamento di chiusura e di mancanza di dialogo?

Prima ti faccio una valutazione tecnica e poi una politica e personale.

La valutazione tecnica è che essendoci nove candidati sicuramente si porta a votare un po’ più di gente, essendoci ben 13 liste in campo. Da questo punto di vista forse Cericola ha ragione, si rischia per paradosso di muovere più gente rispetto che con due o tre schieramenti omogenei. Io già più di un anno fa uscì sui giornali chiedendo le primarie di opposizione, estese non solo al centrodestra, ma anche a quelle forze di centrosinistra che non si riconoscevano nell’amministrazione del PD che, benché ben strutturato (e questa è la sua forza), ha smesso di ascoltare la gente. Se qui tutti contestiamo Malpezzi e sulle cose importanti bene o male convergiamo, pur con sfaccettature e visioni che possono differire, allora cerchiamo di fare delle primarie per trovare un soggetto leader. Dopodiché tutti quanti democraticamente ci mettiamo al suo servizio per proporre un’alternativa, che deve essere una sintesi politica di quella che è la Faenza che noi vorremmo. Questa mia idea è stata rigettata. Ovviamente c’è stata la reticenza del Movimento 5 Stelle, e va bene. Dopo ho chiesto le primarie del centrodestra e allora lì sono emersi i personalismi. Ho iniziato a capire che non c’era la volontà di trovare una sintesi. Saltate anche le primarie di centrodestra abbiamo cercato di fare degli incontri per fare una coalizione, però ho visto che ognuno cercava di mettere davanti a sé personalismi, interessi privati, conta della percentuale che può essere fatto a Roma.

Crede che molte delle liste in campo abbiano seguito delle linee indicate a livello nazionale?

Forza Italia voleva imporre il suo candidato e imporre delle linee, la Lega voleva imporre il suo candidato… io quando mi sono messo al tavolo potevo accettare certe linee della Lega, visto che era la più forte, ma non di sicuro tutto. Però se lavoriamo insieme, non è che tu per forza mi debba imporre qualcuno: insomma non c’era dialogo. Poi vedi fenomeni come quella della raccolta delle 200 firme che porta le persone ad autocandidarsi, creando esperienze personali che mancano di esperienza tecnica. Anche se tecnicamente tutto questo proliferare di candidati può portare più gente al voto, politicamente mi fa un po’ tristezza, perché quando ho provato a compattare il fronte alternativo a Malpezzi ho sempre trovato a fronte di me dei muri. Per quello sono partito ad ottobre con la campagna elettorale, bisognava partire presto perché, conoscendo i miei polli, sapevo come sarebbe andata a finire. L’obbiettivo è uscire da queste logiche di partito sterili e provare a fare un progetto che punti al civismo, e per essere riconoscibili bisogna partire presto in campagna elettorale. Io ho sempre cercato di unire tutti e alla fine mi sono trovato sportellate in faccia.

Rimanendo su questo tema, come giudica le polemiche autoreferenziali di queste elezioni amministrative, le uniche che sembrano avere grande spazio nei giornali? Non trova tutto questo sintomo di una grave carenza di contenuti che si riflettono poi anche nei confronti pubblici?

C’è una grandissima carenza di contenuti nei dibatti. Nei confronti le domande sono sempre quelle. Devo dare atto che io e Malpezzi siamo gli unici che parlano di un programma su Faenza. È per quello che dico che siamo l’unica alternativa. Riconosco a Malpezzi serietà (ma non coerenza). Il primo giorno, nel quartiere Centro-Sud c’era pochissima gente che non era dei partiti. Sono incontri che dovrebbero interessare indecisi, gli stufi della politica… e poi ti trovi tutti i tesserati di partito. Questa non è una vera apertura alla cittadinanza.

2 PROGRAMMA E SICUREZZA

Veniamo al suo programma. Nello stenderlo, si è deciso di seguire un ordine preciso? Per esempio il primo punto del programma è quello della “sicurezza”.

Gli altri punti non hanno un ordine preciso, ma la sicurezza la vogliamo mettere al primo punto. Io in cinque anni di consiglio comunale ho sempre lottato su questo tema. Deve essere per noi il punto fondante, perché parte tutto da lì. Anche le associazioni chiedono un maggior impegno. Per noi una città che non è sicura non è vivibile e non soddisfa la gente. Una parte del nostro programma è l’esito di un sondaggio portato avanti in piazza e sul web con domande sugli ultimi cinque anni per capire lo stato dell’arte.

Veniamo a parlare proprio di “sicurezza”. Nel nostro blog da tempo stiamo cercando di portare avanti una riflessione su questa parola, tra sicurezza reale e percepita, vari tipi di sicurezza e l’importanza che hanno i media riguardo questa tematica. Noi stessi ci siamo imbattuti in vari casi di disinformazione all’interno della nostra città. Quando il suo programma parla di sicurezza a cosa si riferisce esattamente? Quali sono le priorità?

Malpezzi dice sempre che un sindaco non può trattare direttamente la sicurezza perché quella compete allo Stato e alle Forze dell’ordine. Vero. Però il sindaco può fare molto di più. Il sindaco deve attivare un sistema e una rete di potenziamento sul campo che creino sinergie che possano essere un ausilio fattivo alle Forze dell’ordine, che fanno quello che riescono. Noi dobbiamo dare ausilio alla loro attività senza sostituirci. Mettiamo in organico completo la Polizia municipale, che non deve fare solo le multe o fare cassa ma attività di sostegno, prevenzione e monitoraggio sul territorio. Quindi più vigili sul territorio. Dobbiamo rivedere la convenzione dell’Unione dei Comuni perché spesso per vari motivi i nostri vigili di Faenza sono in servizio a Solarolo, Casola o Riolo e questo non è accettabile essendo Faenza il comune più grande. Vigili anche la notte, centralino che funzioni e utilizzo di WhatsApp come succede in certi comuni del Nord Italia. Poi ci sono altri interventi da fare, sempre parlando di sistema sicurezza. Fare una convenzione con le società di vigilanza privata perché comunque avvisino le Forze dell’ordine. Poi punteremo al presidio del territorio, delle zone degradate o buie. Noi mettiamo anche illuminazione e potenziamento della videosorveglianza, con un piccolo rimborso anche per i privati che decidono di mettere un impianto di videosorveglianza, perché creano un deterrente con ricaduta sul territorio. Il miglior deterrente però è la frequentazione. Diamo agevolazioni a chi vuole aprire attività in queste zone. Per esempio, voglio aprire un chiosco in quel parco abbandonato? Ti do subito la possibilità di farlo e cerco magari, nel possibile, di darti un incentivo. È un presidio di territorio low-cost con risultato proficuo. Dal nostro sondaggio è venuto fuori che il 50% degli intervistati negli ultimi cinque anni ha dichiarato di aver subito furti o danneggiamenti. È questo il problema maggiore, con una forte percezione di degrado. Furti, danneggiamenti e degrado sono i punti principali su cui lavorare.

Quale è la sua opinione sulle ronde?

Lì il discorso diventa complesso. Ben vengano gli assistenti civici, il volontariato è sempre una risorsa. Però dargli la funzione di simil-ronda diventa impegnativo. Ci vogliono persone preparate. C’è sempre quella persona a cui sfugge la situazione.

3 INFORMAZIONE

Come giudica il livello di informazione a Faenza?

Discreto, perché comunque abbiamo quattro testate su carta (se mettiamo anche SetteSere che fa informazione solo per una parte politica). Anche su Faenzanotizie ho deciso di non mandare più alcun comunicato perchè posso fare a meno di una comunicazione errata. Abbiamo anche altri format che stanno prendendo piede, oltre al vostro, Faenzanet, FaenzawebTv, IlCiò… delle idee in campo ce ne sono. Purtroppo credo che il faentino recepisca male l’informazione. Su Facebook i commenti sono sempre quelli dei soliti noti, in generale. E i giornali li legge poca gente. Credo siano pochi quelli che si informano regolarmente. E se il faentino fosse più informato sarebbe più sereno per queste elezioni.

Quindi secondo lei un problema d’informazione c’è, esiste, ma lo riconduce più al faentino stesso?

Si. Tutto sommato ritengo che l’offerta ci sia, però se il faentino non è ricettivo si va poco lontano. Per dire, la vostra idea è bella, ma il faentino deve rispondere a queste proposte.

E perché secondo lei il faentino non risponde?

Il faentino si è abituato. Sul locale si pensa che “è inutile che legga perché tanto è così e sarà sempre così”. Dietro a questa pigrizia mentale la gente non si informa. Non dico che debba votare per me, però sarebbe importante che la gente si svegliasse. Il PD è riuscito a fare una cosa fantastica: narcotizzare Faenza. È tutto narcotizzato, dalla gente alla politica, c’è un problema a monte importante.

4 DIRITTI CIVILI E AMBIENTE

Diritti civili, un dibattito ancora molto aperto nella nostra città. Faenza non ha ancora adottato un registro per le unioni civili per coppie etero o omosessuali. Quale è la sua posizione a riguardo? Secondo lei il sindaco deve fare prevalere le proprie convinzioni etiche o il volere della comunità?

Un Comune dovrebbe cercare di non trattare queste cose se non le vuole trattare davvero, cioè quello che è successo a Faenza. Per me è stata una pagina becera della politica perché è stato strumentalizzato tutto, o in un fine o in quell’altro (ci si riferisce al documento presentato nell’odg del 15 dicembre 2014 proposto da Forza Italia e votato da mezzo PD “a difesa della famiglia naturale”, ndr.). E tutt’oggi certe scelte di gente di centrodestra che è andata al centrosinistra sono state motivate dal fatto che “però lui (il sindaco Malpezzi, ndr) ha avuto il coraggio di dire che è per la famiglia tradizionale”. Per me invece è stata una gran presa in giro per i sentimenti di tutti, sia verso i cittadini che sono a favore della famiglia tradizionale, sia verso quelli che sono per la famiglia non tradizionale perché comunque lui ha detto “son per la famiglia tradizionale” e poi ha votato il documento anche per la famiglia non tradizionale… è quindi una grossa contraddizione. Avete visto che da questo patocchio è nato un delirio mediatico totale e da lì sono nate motivazioni farlocche per andare di qua o di là nelle varie alleanze. Detto questo, io come visione e per il retaggio che ho, credo nella coppia tradizionale. Allo stesso tempo ho tanti amici e persone che ci seguono come lista civica che sono omosessuali e con loro ho approfondito questo tema. Mi hanno raccontato che per loro il problema è che, non essendo riconosciuti, se uno dei due va in coma non può andare al suo capezzale, o il problema delle reversibilità: questo è un tema importante. Ma da parte mia c’è una reticenza totale alla politica gender. Per me nelle scuole non devono andare assolutamente documenti di quel tipo perché vuol dire far politica sulla pelle dei bambini. Secondo me un bambino, quando non è più bambino, ha perfettamente la capacità di scegliere e se ha delle esigenze lo si assiste nella sua libera scelta. I bambini però non devono essere toccati. Invece per il tema coppie di fatto, è ovvio che istituire un registro per me sarebbe qualcosa di forte. Se la sentirebbe Grillini di farlo? Non lo so, però io dico anche che un sindaco deve essere il sindaco di tutti e cercare di trovare una sintesi. Un sindaco allora dovrebbe fare una valutazione profonda. Da parte mia non c’è chiusura, anche se ad oggi il Comune non dovrebbe valutare queste cose che puoi istituire solo a livello nazionale. A livello locale se arriva il Prefetto te lo annulla (il registro delle coppie di fatto, ndr). Se no si crea solo guazzabuglio e si offendono le varie sensibilità. Tutto è stato strumentalizzato pesantemente.

L’impianto di termovalorizzazione: reale problema o materia di campagna elettorale? Può spiegare ai nostri lettori qual è il reale problema riguardo Enomondo?

Questo è un grandissimo problema. Credo di averlo approfondito ed esplicato in maniera molto più dettagliata dei Cinque Stelle, dovrebbe essere il loro tema e li vedo un po’ deboli su questa cosa. Questo potenziamento paventato è dell’85%, una mole di rifiuti impressionante. Il fatto che siano stati, guarda caso, presentati dei documenti fermi in provincia che arriveranno in Comune ovviamente solo dopo l’elezioni non credo sia un caso. Non si voleva lasciare la patata bollente prima delle elezioni, perché una firma prima delle elezioni poteva giocare contro il sindaco uscente. Ma veniamo al discorso tecnico. Premessa: non è un’azienda pubblica, non è Hera che dice “io devo bruciare perché non ci sto dentro con quello che produce Faenza, quindi lo devo fare”. Qui è una società pubblica/privata, comunque con finalità privata, che vuole fare lucro. Allora io non sono contro l’iniziativa privata che è l’art. 31, ma c’è un ordine nella Costituzione e abbiamo prima l’art. 22 che è il diritto alla salute. Allora, non c’è niente che dimostri che ci sia una correlazione specifica tra la salute dei cittadini e queste immissioni. Però possiamo farci un’idea. Qui aumentando dell’85% l’impianto, solo il 10% di quello che viene emesso è riconducibile, cioè sappiamo che sono diossine, policlorobifenili (PCB) o che altro. Non sappiamo il resto che cos’è, lo sapremo forse tra vent’anni e forse sapremo che era come l’amianto, ma oggi dobbiamo tenerci quello che ci dice la scienza. Quel 10% lì equivale comunque a più di 50.000.000 di auto all’anno a Faenza. A cui si aggiungono 40.000 camion l’anno che avranno comunque importanti conseguenze sullo stato delle strade, sulle immissioni, sulla viabilità. Tutto questo che impatto avrà? Pesantissimo. Se questa azienda avesse detto: “aumentiamo del 20% perché dobbiamo affrontare nuove sfide e abbiamo bisogno di nuovo fabbisogno energetico”, questo avrebbe comportato nuove assunzioni o altro e io non avrei fatto polemica, perché bisogna anche aiutare le imprese. Io non sono un puritano, se si trattasse di un minimo impatto: però qui andiamo a bruciare rifiuti da tutta Italia. Qui si parla di un impianto di incenerimento grossissimo. Chi è che mi andrà a controllare effettivamente cosa viene bruciato? Non lo sappiamo. Allora io credo che un sindaco debba conservare il diritto di fare impresa e tutelare Enomondo. Però a fronte di aumenti di questo tipo il sindaco dovrebbe mettersi di traverso, perché subentra l’atteggiamento di precauzione per la salute dei cittadini. C’è stato uno studio di Forlì, del 2007, che nelle donne ha riscontrato un aumento del 54% dei tumori a fronte inquinamento (e le donne vengono considerate il sesso sentinella). Allora, io non posso dire scientificamente che l’aumento di incenerimento possa portare a un aumento di tumori. Però ci sono tanti dati che portano il dubbio che la salute sia a rischio. Se Alessio Grillini diventa sindaco c’è un impegno forte a stoppare queste produzioni, io voglio potermi guardare allo specchio senza rischiare di ammazzare i miei concittadini.

5 CENTRO STORICO – LAVORO – EMERGENZA ROM

Parliamo di centro storico ma facciamo un passo indietro. Perché il centro storico è ritenuto un elemento ancora così importante per la città? E quali sono invece i motivi per cui il faentino-medio non lo frequenta più? Riteniamo che solo capendo le cause sia possibile trovare efficaci soluzioni, andando al di là di eventi spot come i molti proposti al dibattito del quartiere Centro Sud.

Il Centro storico è un po’ il nostro biglietto da visita, la faccia per una persona. Un bel centro storico è sinonimo di una città che funziona e diviene traino a livello turistico. È importante anche a livello di identificazione della persona nella sua città. Vi ho scritto prima che una delle prime parole che mi viene in mente con Faenza è la piazza (il candidato Grillini si riferisce ai fogli che ha compilato in quella sorta di carta d’identità che abbiamo posto all’inizio dell’intervista, ndr). Non identificherò mai Faenza per il centro commerciale Le Maioliche (che sia riuscito bene o male non importa). Io mi identifico con la piazza che è una delle più belle piazze del mondo, abbiamo tra le mani un gioiello. Un bel centro storico diviene sinonimo di civiltà e di mancanza di degrado. Come dici te il faentino oggigiorno non tende più ad andare in centro. Piuttosto trovi il centro storico pieno di gente, al buio, che utilizza il Wifi, e la gente me lo dice: “non vado più in piazza perché c’è quella gente lì”, infatti l’ho detto provocatoriamente sui giornali, io toglierò il Wifi dal centro. Vogliamo invece rendere la piazza fruibile a tutti, anche a loro, senza che scrocchino il Wifi. La gente non viene più in centro anche perché è difficile arrivarci. Se vieni da fuori è un casino. Si deve potenziare la viabilità, senza agevolare il locale nuovo fatto ai Salesiani, ma per potenziare il fulcro della città, il centro.

E per quanto riguarda il cittadino faentino invece?

Il faentino comunque fa fatica: deve impazzire tra tutti i dedali, con gli abbonamenti del piano sosta. È un casino. Difficilmente il centro storico è raggiungibile.

Rimanendo in tema di centro storico, veniamo a Case Manfredi. Come valuta possibili soluzioni per questo importante edificio? Il Comune ha comprato questo immobile nel 2001, e attualmente versa in uno stato di totale abbandono e a rischio di crolli. Il Comune sembra ora intenzionato a vendere… lei è d’accordo?

È brutto vederla così. Cosa si può fare, venderlo? Chi te lo compra oggi? Secondo me rischia di rimanere lì per molto tempo. Ristrutturarlo? Pesante a bilancio, molto pesante. Io stesso Case Manfredi non l’ho messo a bilancio nel programma perché non so se effettivamente ci può essere un margine, perché io metto nel programma riduzione delle tasse, sgravi di qua e di là… cerco di dare una spinta alle persone e alle imprese perché si crei lavoro ed è ovvio che se spendi soldi in quella direzione non so quanto altro margine ho da spendere. Io ero anche presidente della commissione a bilancio e i soldi ci sono, basta spenderli meglio. La riprova sono gli investimenti fatti in questo ultimo periodo. Un bilancio pubblico è molto diverso da un bilancio privato, puoi giocarci molto di più. Io credo che a Faenza, tagliate collaborazioni con determinate associazioni senza effettiva incidenza nel tessuto locale, e uscendo da molte partecipate, si potrebbero trovare molti soldi. Però anche se arrivassero questi soldi non so se bastano per un progetto di questo tipo. Questa per me era una premessa fondamentale. Case Manfredi la vedrei più adatta ad un discorso di progetto europeo. Faenza ad oggi è la città che meno in assoluto in Emilia-Romagna riesce ad attingere a fondi europei, c’è una totale incapacità.

Incapacità dovuta a…?

Mancanza di strategia. Siamo bravissimi ad accedere a fondi regionali, per ovvi motivi, perché c’è lo stesso partito. Siamo abbastanza incapaci ad accedere ai fondi nazionali, perché c’è lo stesso partito ma con più distanza. Non siamo assolutamente capaci di raggiungere i fondi europei. Quale è il principio dei progetti europei? Coinvolgere tanta gente, assicurare l’impiego futuro e nel tempo di tanti giovani, riuscire coinvolgere città e paesi esterne. Case Manfredi potrebbe essere anche luogo deputato alle sinergie col mondo della Cina o altri paesi.

Rimanendo su questo tema dei progetti europei, al dibattito nel quartiere Centro Sud si è trattato il problema della messa a norma della Scuola Media Europa e molti candidati hanno proposto come soluzione proprio quella di attingere a fondi europei. È credibile secondo lei questa soluzione data l’incapacità descritta precedentemente? Cosa propone per superare questa incapacità?

Noi lo mettiamo nel programma un ufficio proposto alla progettualità europea, rivolto anche alle aziende che collaborano col Comune. Ci vogliono degli esperti e degli euro-progettisti, non basta l’impiegato che si legge la normativa e prova. Ad oggi non si cerca nemmeno di raggiungere questi fondi. Con malizia ho detto che questa è una cosa voluta. Se le cose rimangono così tu, associazione, hai sempre bisogno dei fondi del Comune. Se ti arrivano i fondi europei sei invece più libero di pensare (e di votare).

Cosa pensa al fatto che lo stadio sia stato dato in gestione a una cooperativa dei rioni?

La cooperativa da un lato la vedo bene. Può lavorare e finalmente ci sono tutti i rioni assieme attorno allo stesso tavolo e può produrre risultati. Spero che lavori in determinate direzioni. Mi piacerebbe riuscire a costruire un altro piccolo stadio per il calcio investendo molto invece sul palio che divenga veramente un’attrazione turistica. Mi piacerebbe che la cooperativa agisse in questo senso, con eventi quotidiani facendolo diventare un polo attrattivo per tutto l’anno.

Come può fare il Comune per aiutare i giovani a cercare lavoro?

Intanto creare un portale del Comune in sinergia con i vari siti e Centro per l’impiego. Però per me è più importante (e con piacere vedo che Malpezzi dopo cinque anni che ha fatto tutt’altro adesso abbraccia quello che ho scritto nel programma) mettere degli incentivi fiscali per chi decide di investire a Faenza assumendo nuovi dipendenti. Faccio sempre questa critica a Faenza: oggi, nel nostro territorio esiste il mondo cooperativo che dà molti posti di lavoro, e per fortuna che c’è. Però il mercato sano non può essere solo cooperativo, c’è bisogno anche del privato e delle industrie. Bisogna mettere in condizione un’azienda che vuole investire di venire a Faenza. Sull’asse della via Emilia hai Cesena che è forte, Forlì che è forte, Rimini che è forte, Imola sta crescendo… noi siamo gli unici che stanno decrescendo. E sono tutti e quattro comuni rossi che però stanno lavorando bene. Balzani di Forlì non è stato un sindaco malvagio. La differenza del comune non la fa tanto il partito, ma le persone.

Emegenza Rom. Provocatoriamente ci piacerebbe chiedere “ha mai parlato con uno di loro?”. Il senso della domanda è questo: capire le cause di un problema prima che proporre soluzioni. Si è cercato di capire la storia di questa situazione, di queste famiglie all’interno del contesto faentino, andando al di là degli slogan?

Le associazioni che hanno gestito la cosa fino ad oggi hanno fallito senza produrre risultato. Il problema c’è, ma non puoi trattargli neanche come animali. Bisogna applicare il rispetto delle regole. Mi rifaccio a quello che ha fatto il mio amico Tosi. La questione va trattata in maniera civile, non è che faccio cartelloni con scritto “No Rom”. Se questo fosse l’unico problema di Faenza, Malpezzi sarebbe un grande. E poi non è che quando mi chiedono cosa voglio fare rispondo “Ruspa!”. L’esperienza di Don Luca credo possa essere un embrione di quella che è la mia visione, ma basta degrado, bisogna dare dei paletti e chi non li rispetta deve andare via.

Pensa di riuscire ad arrivare al ballottaggio?

Si. Io ho puntato molto sul civismo, infatti c’è solo il mio simbolo e per il resto abbiamo solo l’appoggio esterno. È sicuramente un’impresa. Noi passiamo sicuramente la soglia e ci possiamo giocare la possibilità di essere noi gli attori del ballottaggio. Essendo un’alternativa di governo, noi ci apriamo a possibili alleanze, ma poi torniamo al solito discorso delle primarie d’opposizione. Secondo noi bisognerebbe scendere a patti per il bene dei cittadini.

Perché lei sindaco?

Perché sono coerente, credo in quello che faccio, ci metto la faccia e ho tanto coraggio.

A cura di Samuele Marchi e Alberto Fuschini

APPROFONDIMENTO

Uno studio del 2007 a cura della d.ssa Gentilizi sugli effetti sulla salute umana degli impianti di incenerimento: cosa emerge dallo studio di Forlì

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