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Fusione Castel Bolognese Solarolo: opportunità e rischi nello studio di fattibilità

Creazione di economie di scala, omogeneità dei territori per 14mila abitanti, incentivi straordinari di oltre un milione di euro di durata decennale e implementazione di nuovi investimenti. Queste le opportunità formulate nello studio di fattibilità sulla fusione dei Comuni di Castel Bolognese e Solarolo. Lo studio è stato elaborato da Andrea Piazza, borsista della Fondazione Dalle Fabbriche ed esposto quest’oggi, giovedì 19 gennaio 2017, in conferenza stampa presso la Sala Bcc Città e Cultura a Faenza. «La Fondazione, che danni opera sul territorio con una certa sensibilità per temi sociali, culturali e di sviluppo del territorio, si è dimostrata Partner attento alla valorizzazione dei piccoli comuni, propulsori – secondo il presidente Everardo Minardi – dello sviluppo futuro e di esperienze innovative».

Prima le valutazioni dei Consigli comunali, poi il Referendum popolare

Lo studio della possibile fusione Castel Bolognese Solarolo, già presentato in bozza ai Consigli comunali lo scorso luglio e alle forze politiche dei territori tra ottobre e novembre, verrà sottoposto nelle prossime settimane ad un valutazione preliminare dei rispettivi Consigli comunali e servirà poi da strumento conoscitivo di Giunte e Consigli, che decideranno se procedere o meno con un’istanza alla Regione. Il passo successivo, potrebbe poi essere il Referendum popolare nel prossimo autunno. La creazione di un ente di circa 14mila abitanti si tradurrebbe nello specifico in una amministrazione più snella e in risparmi stimati per mezzo milione di euro annui, derivanti dall’accorpamento delle strutture e dalla conseguente diminuzione degli adempimenti burocratici nei settori della segreteria generale. In aggiunta, grazie all’incentivo statale e regionale previsto in caso di fusione – pari a 1.368.000 euro annui per dieci anni di erogazione – si avrebbe una maggiore disponibilità di risorse. Due piccole amministrazioni già virtuose, potrebbero fare così un ulteriore salto di qualità. «La valutazione che ci spinto ad iniziare un approfondimento in questa direzione, nasce dalla necessità di garantire servizi ai nostri cittadini – dichiara in apertura il sindaco di Solarolo, Fabio Anconelli – perché è corretto agire avendo uno sguardo al futuro, che vada al di là del nostro mandato».

Castel Bolognese e Solarolo: dallo Stato più di un milione di euro

Lo studio espone opportunità e rischi della fusione nel quarto capitolo conclusivo, valutando come questa potrebbe impattare sulle caratteristiche descritte nei primi tre capitoli (che si concentrano sul territorio, sulla popolazione residente e sulla macchina amministrativa dei due enti). «Solarolo e Castel Bolognese – spiega Andrea Piazza – condividono lo stesso distretto socio-sanitario e lo stesso ambito ottimale per l’erogazione di servizi fondamentali. Inoltre, sono due comuni di pianura ed entrambi hanno simili caratteristiche demografiche. Non presentando criticità a livello di personale impiegato, la fattibilità tecnica e organizzativa risulta essere alta anche perché la totalità dei servizi è conferito all’Unione della Romagna Faentina, a cui si aggiunge la condivisione di software gestionali che semplifica e riduce i costi dovuti alla possibile aggregazione».

Fusione Castel Bolognese Solarolo: le problematiche esposte nello studio

Due i rischi da monitorare. Il primo legato al tema dell’identità, perché il concetto di Comune continua a rappresentare il principale punto di riferimento dei cittadini e potrebbe sfociare in un campanilismo difficile da superare. In secondo luogo il rapporto con l’Unione dei Comuni, in quanto erogatori di servizi, pone degli interrogativi da un punto di vista politico-istituzionale. Lo studio risponde a questa duplice sfida proponendo la presenza di municipi elettivi che continuerebbero a rappresentare le due comunità originarie restando attivi sul territorio, mentre il legame con l’Unione dei Comuni può essere ripensato come un’occasione di arricchimento e di dialogo su più livelli.

Daniele Meluzzi: “Necessario il consenso dei cittadini”

Daniele Meluzzi, sindaco di Castel Bolognese, conclude affermando che «la fusione rappresenta un’opportunità concreta, che deve essere avvallata mediante il consenso da parte dei cittadini. Anche qualora il lavoro di Piazza non dovesse sfociare nel processo di fusione, la sua utilità è sicuramente enorme poiché ci ha fornito un quadro dei territori che mancava e che può aiutare a migliorare alcuni aspetti della vita e dei servizi forniti ai cittadini».

Stefania Federico

One thought on “Fusione Castel Bolognese Solarolo: opportunità e rischi nello studio di fattibilità

  • 19 Gennaio 2017 in 22:24
    Permalink

    Buonasera, mi chiamo Nicola Cattani e sono stato vicesindaco con delega al bilancio del Comune di Solarolo nella prima legislatura “Anconelli”. È fuori discussione che lo strumento fusione possa essere efficace dove ne ricorrano i presupposti; purtroppo non è questo il caso, o meglio, per il Comune di Solarolo sarebbe come tirare i remi in barca. Solarolo ha delle potenzialità che vengono espresse, ma non veicolate e delle potenzialità inespresse, anche se utilizzate in più di una campagna elettorale. Mi guardo bene dal dare un giudizio politico, parlo di bilanci e di economia strutturale e sostenibile, quindi chi replicherà è pregato di farlo dopo aver sviluppato uno studio economico e finanziario dal 2007 al 2016, come il sottoscritto. Fino a quando si parlava della fusione dei Comuni di Casola Valsenio, Riolo Terme, Castel Bolognese e Solarolo, la fusione era scrutabile, armonizzabile nel contesto, esisteva un bilanciamento interno tra i quattro Comuni, due piccoli e due più strutturati. Con l’uscita di Riolo, ma soprattutto di Casola, la fusione è, per il solo Comune di Solarolo, ovviamente, una sconfitta per tutti i Solarolesi. Parlo di una sconfitta economica e strutturale, non ho nulla contro i Castellani, anzi, partecipo con piacere come volontario anche ad alcune delle loro manifestazioni. Basta avere qualche nozione in più in finanza pubblica e leggere lo studio di fattibilità che, bisogna darne atto, è assolutamente neutrale e corretto…ed è proprio questo che sbalordisce; economicamente parlando basta leggerlo per capire l’assurdità di una fusione a due (questi due), ma per leggerlo è necessario conoscere a menadito i bilanci precedenti di entrambi i Comuni. Politicamente non vedo commenti utili da farsi, anche perchè sono opinabili e per la mia esperienza ed il mio mestiere, credo sia meglio limitarmi ai dati numerici, che non sono opinabili. Grazie dello spazio e Distinti Saluti ai Lettori ed alla Redazione. N.

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