Dallo scudetto ad Auschwitz: Faenza ricorda Arpad Weisz

L’Europa della Shoah letta attraverso gli occhi degli uomini di sport. In occasione del Giorno della Memoria 2017 Faenza ricorda uno dei più celebri allenatori di calcio degli anni Trenta, Arpad Weisz, capace di portare più volte allo scudetto il Bologna. Successi che non servirono a salvarlo: la follia nazista costrinse Arpad Weisz a terminare la propria vita in una camera a gas di Auschwitz nel 1944: una vicenda umana, quella vissuta dall’allenatore ungherese di origini ebree, che testimonia ancora oggi l’orrore della Shoah alle nuove generazioni e a tutti coloro che si riconoscono in valori sportivi capaci di unire e non di dividere le persone.

L’evento di venerdì 27 organizzato dal Club Arpad Weisz

La vita di Arpad Weisz sarà ripercorsa venerdì 27 gennaio alla sala consigliare di Faenza nell’incontro dal titolo “Il giuoco di Arpad. Dallo scudetto ad Auschwitz”, in programma alle ore 21 nella sala del consiglio comunale di palazzo Manfredi. L’evento è curato dal Club Arpad Weisz, società nata nell’aprile del 2011 da un’idea del suo presidente e fondatore Stefano Salmi che – attraverso le parole del papà Salmi Guerrino che conobbe personalmente Arpad Weisz negli anni trenta a Bologna – ha avuto modo di conoscere le gesta di questo grande personaggio. Alla serata interverranno Simone Monari, giornalista sportivo di Repubblica, Matteo Marani, vicedirettore di Sky sport e autore del libro su Arpad Weisz “Dallo scudetto ad Auschwitz”, il vicesindaco e assessore alla cultura Massimo Isola, il presidente del consiglio comunale Luca de Tollis e il professor Cesare Moisè Finzi. All’evento parteciperà anche una delegazione della società di calcio Bologna Fc 1909.

A soli 34 anni fu l’allenatore più giovane a conquistare uno scudetto

Giuseppe Meazza, uno dei talenti scoperti da Arpad Weisz. Con lui vinse lo scudetto del primo girone unico
Giuseppe Meazza, uno dei talenti scoperti da Arpad Weisz. Sotto la guida dell’allenatore ungherese, Meazza vinse lo scudetto del primo girone unico italiano nel 1929.

Nato nel 1896, figlio di ebrei ungheresi, Arpad come giocatore fu una discreta ala sinistra negli anni Venti, ma fu come allenatore che raggiunse l’apice della notorietà sportiva. Dopo l’apprendistato all’Alessandria, guidò l’Inter alla conquista dello scudetto 1929-30 (il primo a girone unico). Da allora Arpad Weisz detiene il primato di allenatore più giovane a conquistare uno scudetto: il tricolore arrivò infatti a soli 34 anni, record tuttora imbattuto. Ma non sono solo i numeri a testimoniare la bravura dell’allenatore ungherese, in quegli anni portò alla ribalta un giocatore destinato a lasciare il segno nel calcio italiano: Giuseppe Mezza. Nel 1935 Arpad approdò al Bologna, squadra che annoverava in quegli anni giocatori del calibro di Angelo Schiavio e Carlo Reguzzoni. Sotto le due torri Arpad conquistò i campionati nazionali del 1935-1936 e 1936-1937, davanti prima alla Roma e poi alla Lazio. Coi rossoblù vinse inoltre nel 1937 a Parigi il Torneo dell’Esposizione Universale, imponendosi con un secco 4-1 sugli inglesi del Chelsea. Arpad venne confermato alla guida del Bologna anche per la stagione 1938-39 (il Bologna vinse nuovamente il titolo), ma dovette dire addio alla squadra dopo poche giornate.

La tragedia della Shoah

arpadIn seguito alla promulgazione delle leggi razziali, istituite nel 1938 dal regime fascista, Weisz dovette lasciare prima la carriera sportiva e poi l’Italia. Arpad Weisz riparò in Olanda, dove continuò ad allenare fino all’arrivo in quel paese dei nazisti. Nel 1942 l’intera famiglia fu arrestata: la moglie e i due figli dopo pochi giorni morirono nelle camere a gas di Birkenau, Arpad Weisz fu invece trasferito in un campo di lavoro in Alta Slesia. Il 31 gennaio del 1944 fu ucciso ad Auschwitz. Di fatto dimenticato e caduto nell’oblio per quasi sessant’anni, nel 2007 il suo nome è stato riscoperto grazie al giornalista Matteo Marani, il quale ne ha ricostruito la storia nel libro Dallo scudetto ad Auschwitz

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